Nessuno, senza aver conosciuto Francesco Villa, avrebbe potuto pensare che colui che appariva come un ultraottantenne sportivo e affabile era stato in gioventù un tecnico e pilota della Ducati e della Mondial, e che successivamente aveva fondato la propria ed omonima casa motociclistica, la Moto Villa.

Nato in località Cavidole di Castelnuovo Rangone (Modena) il 5 febbraio 1933 da una famiglia di agricoltori, Francesco cominciò a lavorare nel 1955 alla Ducati a Bologna in qualità di meccanico all’interno del reparto corse, diretto dall’Ing. Taglioni. La Ducati in quel periodo stava sviluppando le 100cc e 125cc monoalbero che col nome di “Marianna” colsero negli anni a venire numerosissimi e importanti successi nelle competizioni motociclistiche nazionali e internazionali.

Francesco era un giovane intraprendente e appassionato e quando l’Ing. Taglioni seppe che il giovane meccanico aveva già intrapreso alcune gare motociclistiche con brillanti risultati (1° posto alla Maranello-Serramazzoni del 1954 su Mi-Val 125 e 12° alla gara Finale Coppa UCMI a Monza), lo volle includere nella squadra corse come pilota.

Con le 100cc di BorgoPanigale nel ’55 Francesco vince a Perugia, Lugo e Rimini, classificandosi secondo al Motogiro (vincendo ben 4 tappe), alla Milano-Taranto e a Imola.

Tali affermazioni porteranno Francesco a vincere il titolo di Campione Italiano Velocità Juniores 1955 cat. 100cc.

Nel ’56 Francesco vince il Campionato Italiano Velocità Juniores 125 cc partecipando alle tre gare in calendario su tre moto diverse: la MV-Agusta 125 Bialbero, la Ducati 125 Monoalbero e la Mondial 125 Bialbero. Nello stesso anno si classifica secondo al Campionato Italiano Velocità Juniores 100cc. In questa categoria, sulla Ducati 100cc si classifica secondo al Motogiro e vince ancora in parecchie occasioni ma alla fine della stagione passa alla Mondial in qualità di tecnico motorista nel reparto corse e continua alla Mondial la sua carriera sportiva. Nel ’57 in sella alla Mondial 125 Bialbero vince il G.P. di Modena e con la Mondial 175 Bialbero la prima tappa del Motogiro, oltre a numerose altre affermazioni.

A fine ’57 Guzzi, Gilera e Mondial stringono un patto di astensione dalle competizioni e Francesco rientra in Ducati, dove lo accolgono con grande benevolenza.

Nel ’58 con la Ducati 125 cc monocilindrica vince a Messina e Lago di Ganzirri, con la neonata bicilindrica si classifica terzo al Gran Premio delle Nazioni a Monza e vince il Trofeo Internazionale Sport sia con la 125 cc sia con la 175 cc.

Nel ’59 con le Ducati 175 Monoalbero e 125 Monoalbero vince a Monza, Firenze, Locarno, Morciano di Romagna e Gallarate.

Nel ’60 venne incaricato dalla Ducati di effettuare una trasferta negli USA allorché l’importatore statunitense aveva deciso di richiamare tutte le Ducati Elite 200 vendute per un difetto alla frizione e aveva richiesto alla casa madre l’invio di un tecnico che avrebbe dovuto sostituirne alcuni particolari. Durante il lavoro, parlando con alcuni meccanici dell’importatore, Francesco confidò loro di essersi anche interessato alle competizioni. Immediatamente l’importatore gli propose di sospendere i lavori sulle Elite, che avrebbero continuato i suoi meccanici, e partecipare ad alcune gare di carattere promozionale. Francesco accettò e nei due mesi successivi partecipò con una Ducati 175 Monoalbero ad un numero incredibile di gare vincendone ben quattro e in due occasioni classificandosi secondo, cominciando a diffondere in terra americana l’immagine dalla Ducati, una piccola moto italiana, leggera e potente, in grado di battere le moto “yankee” di cilindrate anche molto maggiori.

Tornato in Italia, Francesco in coppia con Alfredo Balboni si classifica primo assoluto alla “24 Ore del Montjuch”, in terra spagnola, sulla Ducati 175 Monoalbero. Una gara costruita accumulando vantaggio sulle moto di cilindrata maggiore durante la notte sotto la pioggia e sapientemente amministrata nella seconda parte della gara, grazie ai minor consumi della piccola 175cc che effettua meno rifornimenti delle concorrenti e risparmia tempo prezioso. Una vittoria importante e prestigiosa per la Ducati e per Francesco che replicherà il successo alcuni anni dopo con la Montesa.

Francesco nel ’60 si imporrà anche a Torino e Gallarate cogliendo brillanti risultati in molte altre occasioni.

Nel 1961 Francesco effettuerà ancora alcune gare con la Ducati, riportando anche alcune strabilianti affermazioni come quella di Gallarate dove Francesco vince sia la gara delle 125 che quella delle 175 cc., tuttavia il 1961 è ricordato come l’anno che segna il ritorno di Francesco alla Mondial: il Conte Boselli, titolare della Mondial, ritenendo superato il patto di astensione siglato nel ’57, intendeva riorganizzare il proprio reparto corse prevedendo una piccola produzione di moto da competizione da vendere ai privati e Francesco fu designato come responsabile di tale progetto, affiancato da alcuni validi tecnici

Con la “vecchia” 125 Bialbero Francesco conquisterà il Campionato Italiano Velocità Seniores classe 125 cc nel 1961, 1962 e 1963.

Nel 1964 Francesco introdurrà il motore a due tempi, essendo tra i primi ad intuirne le grandi potenzialità in campo agonistico. Il debutto della prima Mondial 2 tempi avvenne in occasione del G.P. di Modena, dove Francesco dovette ritirarsi quando era in testa, per la rottura del cavo elettrico al condensatore, un banale guasto elettrico.

Nel 1965 Francesco conquista il Campionato Italiano Velocità Seniores 125 cc sulla Mondial 2 tempi di sua costruzione e ne abbozza subito un esemplare aggiornato, con un motore più snello e leggero, che però non viene avvallata dal Conte Boselli il quale è già ampiamente pago dalla decina di titoli mondiali conquistati dalle proprie moto.

Questo esemplare, denominato Beccaccino, verrà utilizzato per il il G.P. di Vallelunga dal fratello di Francesco, Walter, in forma privata, dopo aver ottenuto il permesso di partecipare dal Conte Agusta (visto che Walter quell’anno era pilota ufficiale della MV Agusta). La gara, ultima prova valida per il Campionato Italiano del ’65, fu molto rocambolesca e finì con una scivolata di Francesco mentre era in testa, la caduta di Mandolini su Mondial che lo seguiva e la vittoria di Walter sulla Beccaccino.

Il Conte Boselli dubitò sempre (a torto) di un complotto di Francesco, il quale a suo dire avrebbe scivolato di proposito per favorire la vittoria del fratello Walter che vinse sulla moto di loro costruzione.

Francesco, che aveva subito i tentennamenti del Conte Boselli dinnanzi al suo nuovo progetto si risolse a dividere la propria strada da quella della Mondial.

Con la Beccaccino Francesco partecipò ancora ad alcune gare minori fino al febbraio del 1966, quando ad una gara sul circuito di Alicante in Spagna, Francesco si classifica secondo dietro la Honda di Brians. Alcuni funzionari della Montesa, presenti alla gara, manifestarono a Francesco l’intenzione di acquistare la moto e il progetto. L’accordo con Montesa fu siglato pochi giorni dopo, e prevedeva la collaborazione di Francesco nella realizzazione di alcune motociclette 125 cc e 250 cc da destinare alle competizioni. Per tutto il 1966 e 1967 Francesco, in collaborazione con Walter, lavorò a tale progetto realizzando nella propria officina di Modena le Montesa 125 cc con motore due tempi monocilindrico frontemarcia e le Montesa 250 cc due tempi a due cilindri appaiati frontemarcia, entrambe con raffreddamento misto aria-acqua, che sia Francesco sia Walter (e alcuni altri piloti) utilizzeranno in diverse competizioni di quegli anni conquistando importanti affermazioni. Francesco vincerà con la 125 a Madrid e Jerez, mentre Walter nel 1967 vincerà anche il Campionato Italiano Velocità Seniores 125 cc.

Il 1968 segna la fine dell’accordo di Francesco Villa con la Montesa e l’inizio dell’attività di costruttore “in proprio” nel vero senso della parola. Francesco aiutato da Walter, realizza una moto con motore monocilindrico 125 cc con valvola rotante a cilindro verticale, raffreddamento ad acqua e frizione a bagno d’olio, denominato Villa 125 PR con una potenza di circa 30 CV a 11.500 giri. Presentata a metà del 1968 (ma già sulla carta dei progetti alla fine del ’67), la moto adottava inizialmente alcuni particolari che i fratelli Villa avevano realizzato per le “loro” Montesa, come la carenatura. La ciclistica e il motore beneficiarono da subito di diverse migliorie: ad esempio, inizialmente previsto con lo scarico “in avanti”, presto il motore PR verrà aggiornato presentando un cilindro con lo scarico rivolto all’indietro.

Inoltre, sul finire del ’68, Francesco iniziò a sviluppare un motore 250 cc con immissione a valvola rotante e raffreddamento ad aria, prendendo come base il motore 125 PR. Accreditato di circa 50 CV a 10.500 giri, questo nuovo motore da 250 cc andò ad equipaggiare moto la cui ciclistica ricalcava fedelmente quella delle 125, salvo le ruote e i freni di maggiori dimensioni. Impiegata inizialmente da Walter, la Villa 250 PR fu in seguito utilizzata da alcuni altri piloti, beneficiando, come le 125 PR, di migliorie sostanziali come l’adozione della frizione multidisco a secco e l’accensione elettronica in luogo delle puntine platinate.

Il 1968 vedrà Walter Villa conquistare il Campionato Italiano Velocità 125 Seniores, seguito da Francesco. I due fratelli, con le omonime moto cominciarono a cogliere risultati più che incoraggianti. Oltre alla realizzazione della Villa 250 PR, che aveva la base del motore in comune con la 125, Francesco Villa si prefisse l’obiettivo di realizzare parallelamente una 250 cc quattro cilindri orizzontali disposti in quadro, immissione a valvola rotante, accensione elettronica e cambio a sette marce. Purtroppo lo sviluppo di questa moto prese inizio proprio quando la Federazione Motociclistica Internazionale decise di ridurre a due il numero massimo di cilindri e a sei il numero massimo delle marce, sia per le moto 125 che 250 cc. Stroncata sul nascere, la carriera della 4 cilindri culminerà con la partecipazione alle prove del Gran Premio delle Nazioni del 1969 ad Imola dove, per problemi di messa a punto, la moto effettuerà però solo le prove, mentre in gara Walter Villa utilizzerà la monocilindrica 250 PR.

Anche il 1969 sarà un anno molto importante per la neonata Moto Villa che conquista il Campionato Italiano Marche 125 cc Seniores mentre Francesco si piazza terzo nel Campionato Italiano Velocità 50 cc (grazie anche alla vittoria del G.P. di Modena su una Honda e il terzo posto a Riccione su una Suzuki) e Walter quarto nel Campionato Italiano Velocità 125 Seniores.

Nel 1970, in previsione delle nuove regole introdotte dalla Federazione Motociclistica Internazionale il cambio delle 125 PR e delle 250 PR venne modificato riducendo il numero di marce da 7 a 6 (mediante la sostituzione del tamburo desmodromico) e soprattutto, dopo aver scartato l’ipotesi di maggiorare la cilindrata della 4 cilindri per ammetterla nella classe 350, i fratelli Villa progettarono una nuova moto 250 cc bicilindrica a V sovrapposto frontemarcia, con immissione a valvola rotante, raffreddamento misto aria+acqua e accensione elettronica,

Costruita in un solo esemplare e portata in gara esclusivamente da Walter Villa, questa moto farà brillanti apparizioni dal giugno del 1970. Seppure cogliendo buoni risultati, come la vittoria al Circuito dell’Acciaio di Terni, questa moto non riuscirà mai a manifestare appieno le proprie enormi potenzialità. Sempre di quell’anno la costruzione di una 50 cc da impiegare nelle gare di velocità Juniores, con motore a carter fusi in terra e sulla quale il fratello di Francesco e Walter, Romano, colse brillanti risultati prima di morire a seguito di un incidente stradale.

Sulla base del 250 bicilindrico a V frontemarcia, nel 1971 i fratelli Villa svilupparono una 125 con la medesima impostazione motoristica con l’intento di affidarla in gara al giovane Claudio Lusuardi che in quel periodo era motorista presso la loro officina e che si stava occupando della messa a punto della neonata 50 da Gran Premio, una monocilindrica orizzontale con telaio in tubi.

Il Campionato Italiano Velocità 125 Seniores del 1971 si chiuderà con Walter Villa in seconda posizione e Otello Buscherini in terza, entrambi sulle ormai attempate Villa 125 PR.

Il susseguirsi di continue novità nei regolamenti dei campionati velocità era divenuto ormai insostenibile per una casa costruttrice “artigianale” come la Moto Villa. Questa fu la causa della sparizione di moltissimi altri piccoli costruttori dal circus della velocità, e le gare di Campionato divennero presto terreno quasi esclusivo degli emergenti costruttori giapponesi, Yamaha, Honda e Suzuki prima di tutti, che con il loro potere riuscivano facilmente ad orientare i regolamenti a proprio piacimento con la chiara intenzione di eliminare i concorrenti più piccoli che con pochi mezzi potevano procurare grossi fastidi.

Francesco capisce molto bene che i tempi stanno cambiando e imprime una svolta alla sua piccola realtà imprenditoriale cominciando a puntare sempre di più sulla realizzazione di modelli da fuoristrada (cross e regolarità).

Il 1972 segna il ritiro di Francesco Villa dalle competizioni, occupato ormai più all’attività di produzione che all’agonismo. In quell’anno Francesco partecipò al solo G.P. di Modena.

La prima realizzazione di Francesco nel settore delle moto da fuoristrada furono una 50 cc e una 125 cc che adottavano motori Franco Morini. Il motore della 50 cc era il famoso e diffusissimo Morini “Turbostar”, per il quale Francesco aveva anche preparato in precedenza un kit di elaborazione così come per il motore Malanca 50 cc. Per la 125 cc Francesco aveva deciso per il motore Morini dopo aver valutato anche i motori Zundapp e Sachs che però fornirono prestazioni ed affidabilità deludenti.

Con la realizzazione di queste motociclette Francesco abbandonò anche l’attività di importatore nazionale per la Montesa e preparò nuovi locali di produzione, spostando l’attività da Modena a Crespellano.

Nel 1973 Francesco pensò di procedere alla produzione di propri motori per le sue moto da fuoristrada, giacchè la Franco Morini non era molto reattiva alle richieste di modifiche che Francesco inoltrava per migliorare le prestazioni e l’affidabilità dei loro motori.

La prima moto da fuoristrada realizzata con motore Villa fu il modello denominato CR, equipaggiato con motori 250 cc e 450 cc che ereditavano la grande cura e le raffinate soluzioni tecniche che Francesco aveva maturato in tanti anni nel campo della velocità.

Presentata al Salone di Milano del 1973 la CR destò grande curiosità tra il pubblico e gli appassionati benché presentasse ancora alcuni particolari che verranno subito migliorati, come la forma dei parafanghi.

La CR nella versione Cross e Regolarità, entrò in produzione alla fine del 1973 e ci rimase fino al 1976, con modifiche anche sostanziali alla ciclistica (con l’adozione di diversi tipi di mozzi, ammortizzatori, più o meno inclinati, e forcelle), alla meccanica (in luogo dello scarico “basso” venne adottato lo scarico “alto” che garantiva prestazioni maggiori e risultava anche meno esposto e quindi più riparato) e all’estetica (il serbatoio in vetroresina venne presto sostituito da un robusto serbatoio in lamiera di ferro). Con questo modello, in un anno, Italo Forni vinse qualcosa come 36 gare sulle 38 disputate.

Nel 1976 venne presentato il nuovo modello FV. Una moto di rara bellezza ed eleganza equipaggiata con motori 250 e 350 e prodotta fino al 1978 nelle versioni Cross e Regolarità. Le moto della serie FV sono da considerarsi tra le più belle moto di quel periodo, oltre che tra le più performanti. Queste moto vinsero ovunque, soprattutto su suolo nazionale, ma anche oltre frontiera, Canada, Australia, Francia. Impossibile elencare tutte le vittorie riportate nei vari campionati negli anni ’76, ’77 e ’78.

Importantissime e degne di nota la conquista del Campionato Italiano Cross 250 Cadetti nel 1975 , 1976 e quella del Campionato Italiano Cross 250 cc Juniores 1976 con Franco Picco.

Nel 1977 fa la sua comparsa il modello 250 LG, importantissimo quanto sconosciuto alla maggioranza del pubblico. Esso costituisce l’anello di congiunzione tra il modello FV e l’incombente MX, e permette la vittoria di Massimo Contini nel Campionato Italiano 250 Cadetti del 1977. Dello stesso periodo la 125 cc, prodotta dal 1978 sia in versione Cross che Regolarità, una moto bella, innovativa, leggera, maneggevole e molto competitiva che è stata per moltissimi piloti il trampolino di lancio nel mondo delle competizioni.

Sul finire del 1978 venne presentata la nuova serie MX che entrerà in produzione nel 1979 con motori raffreddati ad aria da 250, 350 e 410 cc sempre nelle versioni Cross e Regolarità. La serie MX ereditò dalle 125 la soluzione del perno del forcellone passante nel motore. Il serbatoio in resina in luogo di quello in ferro o alluminio della serie FV, la cassa filtro in resina anziché quella bellissima ma pesante in fusione d’alluminio, e tanti altri particolari facevano della MX una moto moderna, leggera, maneggevole e competitiva, ponendo la Moto Villa tra i costruttori nazionali più significativi e rilevanti di quegli anni.

Inizialmente concepite con telaio a doppia culla, le MX verranno in seguito equipaggiate con un più robusto telaio monotrave e verrà completata la gamma dei motori che comprendeva i 125, 250, 350, 410 e il nuovo ed ambito 480 cc. La serie MX fu dopo la FV l’altro grande best-seller della Moto Villa, ed è impossibile elencarne tutte le vittorie riportate nei vari campionati sia in Italia che all’estero. Tuttavia, l’affermazione più prestigiose è quella di Franco Picco che nel 1978 con una 410 cc prototipo di pre-serie conquista il Campionato Italiano Cross 500 Seniores, mancandolo l’anno successivo, seppure con maggiori punti rispetto all’avversario, solo per il meccanismo degli scarti.  Alla MX seguì la serie MX1 con telai modificati e motori compatti e i primi tentativi di introdurre motori raffreddati a liquido per le 125 cc.

Nel 1981 la Moto Villa propone la nuova 125 TT4, una moto per gare di velocità ad impiego esclusivamente agonistico, sviluppata col contributo del giovane Luca Cadalora che in quel periodo lavorava come apprendista nell’officina di Francesco Villa. Il regolamento del Campionato Italiano Velocità per la categoria TT4 ammetteva moto equipaggiate con motori 125 cc di produzione in serie e ciclistica libera. I motori Villa utilizzati inizialmente erano gli stessi che equipaggiavano i Kart e le 125MX in versione Cross (motori con raffreddamento ad aria e alimentazione ad aspirazione sia libera che lamellare).

Nelle gare di Campionato TT4 erano parecchie le moto equipaggiate con motori Villa, applicati a telai originali Villa o a telai di altri costruttori come Golinelli o MBA.

Nel 1981 Ezio Gianola su una moto Golinelli-Villa vince il Campionato Italiano TT4, mentre nel 1982 e 1983 è il turno di Luca Cadalora e Vittorio Gibertini, entrambi su TT4 con telaio originale Villa.

Nella produzione fuoristrada, per i modelli 1982 vennero adottate le sospensioni posteriori in acciaio monocross (cioè con un singolo ammortizzatore al posto di due) per tutta la gamma, seguite dall’introduzione di motori con raffreddamento ad acqua anche per le 250.

Il 1982 fu un anno molto propizio per il settore della velocità agonistica: Claudio Lusuardi si piazzò 3° al Campionato del Mondo Velocità 50 cc Seniores e la Moto Villa si piazzerà 4° nel Mondiale Marche. In campo nazionale, come già accennato, Luca Cadalora su Moto Villa vince il Campionato Italiano 125 TT4 Junior e la Moto Villa il Trofeo F.M.I. Formula TT4. Ottimi risultati anche nei kart: la Moto Villa vince il Campionato Italiano Kart 125 Junior e il Campionato Francese Kart 125Ulteriore novità per i modelli fuoristrada del 1983 ai quali Francesco dedica nuovi forcelloni posteriori realizzati interamente in alluminio, più robusti e più leggeri, mentre la gamma di produzione si amplia nuovamente estendendosi anche alle moto ad impiego stradale come la Moto Villa Italia (una125 cc con raffreddamento ad aria), la Sebring (con motore raffreddato a liquido) e la Daytona (carenata con motore raffreddato a liquido), mentre tra i nuovi modelli fuoristrada vedono la luce la nuova 80 cc raffreddata a liquido denominata Tempestino e la strabiliante 495 MCA che avrebbe dovuto essere il modello di punta nelle competizioni crossistiche: raffreddata a liquido e offerta con freno a disco anteriore come optional, la poderosa e ambita 495 MCA rimase purtroppo allo stato di prototipo poiché non ci fu il tempo per esprimere appieno le proprie enormi potenzialità sui campi di gara…

Sul piano sportivo nel 1983 Claudio Lusuardi vince il Campionato Italiano Velocità 50 cc Seniores con una Moto Villa dotata di telaio scatolato monoscocca in alluminio e Vittorio Gibertini vince il Campionato Italiano Velocità TT4.

Dal 1984 l’attività della Moto Villa conosce un brusco declino, dovuto alla concorrenza delle case soprattutto giapponesi, Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki, le quali sono in grado di proporre sempre nuovi modelli a prezzi molto competitivi. Sul mercato e nelle competizioni c’è sempre meno spazio per piccoli costruttori come la Moto Villa che interrompe ogni attività produttiva.

Negli anni successivi Francesco continua a lavorare su diversi progetti, come la realizzazione di una moto 125 sportiva (che doveva essere commercializzata dalla Mondial) rimasta allo stato di prototipo, collabora con la Oral dell’Ing. Mauro Forghieri in veste di motorista alla Lamborghini Engineering nella realizzazione dei motori 12 cilindri per la F. 1.oltre che prestare consulenze specifiche in campo motoristico sia in Italia che all’estero ad esempio per la malese Modenas, facente parte del gruppo Kawasaki.

Col fratello Walter, deceduto nel 2002, Francesco realizza alcuni esemplari di Supermono, utilizzando motori Yamaha opportunamente elaborati, che partecipano con buoni risultati al Campionato Italiano Velocità nei primi anni ’90.

Nel 2017 lo scrittore Erio Rodeghiero da Modena, con la collaborazione di Daniele Neri, pubblica un libro, una opera omnia, interamente dedicata a Francesco, Walter, Romano e gli altri membri della famiglia che si sono distinti negli sport motoristici con foto, aneddoti e dettagli inediti.

Il libro è disponibile agli appassionati ed è il giusto tributo a Francesco Villa che è oggi considerato uno dei più autorevoli ed esperti costruttori e motoristi nel campo del motore a 2 tempi. Con le sue moto un numero impressionante di piloti ha gareggiato e vinto sia in Italia che all’estero tanto che è impossibile elencare tutti i piloti che hanno utilizzato in gara delle Moto Villa, sia in velocità che in fuoristrada.

Tra i più noti ci sono sicuramente Walter Villa, Otello Buscherini, Chas Mortimer, Giuseppe Mandolini, Walter Scheimann, Giuliano Zera, Claudio Lusuardi, Luca Cadalora, Franco Picco, Vittorio Gibertini, Giancarlo Falappa, Italo Forni, Romano Ferrari, Giancarlo e Gianfranco Tondelli, Tommaso Lolli, Fernando Neve’s, Giuseppe Cavallero, Gian Paolo Vicarelli, Renzo e Fabio Vignudini, De Petri, Renzo Vignudini, Giuseppe Fazioli, Maurizio Bombarda, Lorenzo Orlando, Silvano Agostinelli, Tim Grindrod, Mariano Perozzi, Corrado Maddii, Toni Elias Senior, Luigi Dallarda, Fabrizio Realini, Gianni Degli Esposti, Carlos Serrano, Alessandro e Giorgio Orbati, Gianluca Gallingani, Franco Ulivi, Robert Sadler, Alfredo Bottarelli, Andrea Bisi, Stefano Vendemmia, Marco Ferrari, Silvano Nora, Marco Rossi, Daniele Casalini, Michele Pierucci, Vezio Tomasinelli, Ruben Zappoli, Roberto Sartini, Simone Vigini e tanti tanti altri.

Affaticato dalla malattia che da qualche tempo lo aveva colpito, nel Dicembre 2019 Francesco inaugura il museo permanente a lui dedicato, allestito nei locali della A.S.D. Macchine Veloci, costituito da una importante collezione di motociclette e motori ufficiali frutto della meticolosa ricerca che Neri Daniele ha condotto dal 2007 e che ha permesso di poter esporre gli esemplari più preziosi e significativi della storia della Moto Villa e Francesco Villa.

L’inaugurazione, avvenuta in forma ristrettissima per le condizioni di salute nelle quali versava Francesco, lo ha visto circondato dall’affetto dalle persone a lui care, tra cui Sergio Seghedoni, Ivano Cornia, Aladino Matarozzi, Bruno Cristoni, e ha toccato momenti di grande commozione.

Dopo la breve malattia, che ha affrontato con coraggio e lucidità, il 19 febbraio 2020 Francesco Villa ha raggiunto i fratelli Walter, Romano e Alfonso nel modo in cui era abituato, con stile e velocità.

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